Un libro fondamentale per la storia della nostra lingua e della letteratura del mondo intero, un testo bellissimo e affascinante eppure, in alcuni passi, difficile anche per noi adulti?

Abbiamo accettato la sfida, convinti che la cosa migliore fosse svolgerla in un racconto, o meglio in tanti piccoli racconti, fedeli alle indimenticabili atmosfere del mondo ultraterreno immaginato da Dante, con un pizzico di ironia e senza mai perdere di vista gli insegnamenti morali, proprio come succede nelle fiabe.

I PROTAGONISTI DI QUESTE STORIE SARANNO I PERSONAGGI CHE IL SOMMO POETA INCONTRA DURANTE IL SUO ‘VIAGGIO’ privilegiando quelli più adatti ai bambini tra noti e meno noti, buoni e cattivi… perché si sa quanto piacciono le storie “da brivido”, l’importante è saperle raccontare.

La scelta di temi e personaggi nonché la scrittura dei testi, spetta a PAOLO PELLEGRINI, che per mestiere studia la biografia di Dante e la Divina Commedia. Un autore d’eccezione, che ha ideato in esclusiva per Hachette un sentiero parallelo attraverso le tre cantiche (Inferno, Purgatorio, Paradiso), reso meno arduo e più accessibile, grazie a un linguaggio in prosa divertente e delicato e soprattutto alle meravigliose illustrazioni di FABIANO FIORIN, una firma nel mondo dei libri per l’infanzia, a cui non manca la fantasia!
CARI GENITORI,
se vi dicessi che ho deciso di raccontare la Divina Commedia ai bambini perché ritengo giusto, importante, fondamentale che anche loro conoscano uno dei più grandi capolavori della letteratura, vi direi una bugia.

In realtà quando ho accettato la proposta di scrivere una versione della Commedia per bambini (d’ora in poi la chiamerò così: questo infatti è il titolo voluto dal suo autore) ho pensato che avrei potuto narrare una storia divertente. Dante mette in scena una galleria infinita di personaggi di ogni genere, del passato e del presente, reali e immaginari, e ognuno di questi personaggi ha una storia diversa da raccontarci: qualche volta molto breve, come se il protagonista si vergognasse a farcela conoscere; altre volte più lunga e ricca di dettagli, quasi che il narratore desiderasse liberarsi da un peso che lo opprime, rivelandoci una versione dei fatti che altrimenti non avremmo mai conosciuto.

Il poema si presenta dunque come una lunga serie di racconti dentro il racconto, che ci tiene avvinti al filo della narrazione, desiderosi di sapere cosa succederà nella puntata successiva (Dante, in una famosa lettera scritta al signore di Verona Cangrande della Scala, lo chiamava il "senso letterale"). A questa catena di episodi meravigliosi ho creduto di poter aggiungere qualcosa che nasce dalla mia esperienza di filologo e che forse non si troverà in altri libri dello stesso genere.

La Commedia divenne prestissimo oggetto di studio da parte dei contemporanei di Dante, che si impegnarono a commentarla per rendere il testo più facilmente comprensibile: i figli del poeta, Pietro e Iacopo; Giovanni Boccaccio, il grande prosatore del Trecento autore del Decameron; e poi notai, giuristi, professori, teologi e tanti altri. Ebbene, gli antichi commentatori hanno saputo arricchire alcuni episodi della Commedia trasmettendoci delle notizie che altrimenti noi oggi non conosceremmo e che ci permettono di osservare più da vicino vicende e personaggi del poema.

Mi è sembrato che alcune di queste digressioni, che appartengono al ‘secolare commento’ e sono dunque in tutto e per tutto storia, potessero contribuire a rendere ancora più avvincente un libro pensato per i bambini, e le ho fatte mie.

Ecco dunque spiegata la prima ragione per cui vale forse la pena di leggere questa Commedia: è una storia bella da raccontare. Ma, come ci insegnano gli antichi, oltre a divertire le storie devono anche essere utili, almeno in qualche misura. Intendo dire che non devono fare la predica – tutti sanno che se vogliamo convincere un bambino a fare qualcosa è sufficiente vietargliela – ma devono farci riflettere, stimolare l’interesse e la curiosità, farci porre delle domande proprio attraverso le vicende e i personaggi che ci presentano (Dante, nella stessa lettera a Cangrande, lo chiamava “senso allegorico"). Ecco perché continuiamo a leggere le favole di Esopo o di Rodari.

La Commedia è un lungo racconto ricco di stimoli interessanti: vive e attraversa le nostre gioie e le nostre tristezze, le nostre passioni e le nostre paure, e in questo modo offre a tutti l’occasione per ripensarle, non solo agli adulti, ma anche ai più piccoli, che stanno crescendo.
ECCO, QUESTI SONO I DUE MOTIVI PRINCIPALI - NIENTE DI DIFFICILE, COME AVETE
VISTO - PER CUI MI SONO CONVINTO A RACCONTARE LA COMMEDIA AI BAMBINI.
SPERO CHE AI VOSTRI FIGLI PIACERÀ (E SPERO CHE PIACCIA ANCHE AI MIEI).